Nel cuore del centro storico di Bitetto, lungo via Leonese, sorge un affascinante esempio di architettura medievale: la cosiddetta Casa dei Templari o dei Cavalieri di Malta. Si tratta di una casa-torre risalente alla fine del XIII – inizio XIV secolo, la cui storia è avvolta nel mistero.
Nonostante il nome suggestivo, non esistono documenti ufficiali che confermino un collegamento diretto con i Cavalieri Ospitalieri, noti in seguito come Cavalieri di Rodi e infine di Malta. Tuttavia, la tradizione popolare ha da sempre associato questo edificio al celebre Ordine cavalleresco, e alcuni indizi storici sembrano avvalorare questa leggenda.
Studi recenti attestano infatti la presenza di diversi possessi rurali dei Cavalieri di Malta nell’agro bitettese. Inoltre, a pochi metri dalla casa-torre, sulla soglia dell’antico hospitale di San Giacomo, è ancora visibile una grande croce ottagonale, simbolo distintivo dell’Ordine.
A
rafforzare il fascino dell’edificio contribuisce un elemento
epigrafico: su uno degli ingressi al piano terra è incisa la data
1610,
accompagnata da una celebre frase attribuita a Federico II di Svevia,
la stessa scolpita sull'antica Porta di Capua:
“Intrent
securi qui quaerunt vivere puri”
("Entrino
sicuri coloro che anelano a vivere puri").
Anche se non ci sono prove certe della presenza dei Cavalieri di Malta all’interno dell’abitato di Bitetto, un dato storico rilevante contribuisce a mantenere viva questa ipotesi: la nobile famiglia Della Marra, feudataria di Bitetto dal 1305, vestì l’abito di Malta nel 1381, stabilendo così un legame diretto con l’Ordine.
Il palazzo, in conci ambrati e a due piani, si sviluppa su tre livelli, intorno ad una corte interna, con due lati disposti ad angolo retto prospicienti la strada.
Si trova ad angolo tra via S. Antonio e via Leonese, dove si trova la facciata principale. Essa presenta l'ingresso, sormontato con un architrave con cornice a denti di sega, al primo piano, raggiungibile tramite un profferlo; al secondo piano una bifora ogivale, ai cui lati sporgono due mensole decorate e forate, ingentilisce la parete spoglia. Il lato orientale presenta due ingressi ogivali al piano terra. L'intero edificio ha sul retro una corte di servizio, grazie al quale si scopre l'impianto "a tau" della casa poiché, perpendicolarmente al corpo della fabbrica, si innesta un'ala occultata da edifici successivi, anch'essa a due piani.
Molto interessanti sono le finestre con architravi in pietra decorati a motivi geometrici. Di notevole pregio sono le due bifore all'ultimo piano, di cui una composta da due archetti trilobati sormontati da un archivolto ad ogiva con lunetta traforata a losanga.
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